LA TUNDRA




«Lo sapevo che avrebbe fatto ancora più freddo» disse Ambra, avvicinandosi a Guido per cercare di scaldarsi. «Andiamo sempre più a Nord».

«Infatti siamo vicini al Polo» disse una voce ovattata. «Benvenuti nella Tundra, un ambiente che si sviluppa dove le temperature sono troppo basse per permettere agli alberi di crescere. Mi trovate anche in alta montagna».

«Buongiorno, Tundra!» salutò Guido, guardandosi intorno. «In effetti vedo solo prati e arbusti».

«Però in fondo è un bel posto» disse Ambra, osservando il paesaggio: la vegetazione era formata da bassi cespuglietti, muschi e licheni. «Per esempio, guarda com’è carina quella collina laggiù!»

«Oh, quello è un pingo» disse con tranquillità la Tundra.

«Un pingo?!» esclamò Guido. «Che nome buffo!»

«Significa semplicemente “piccola collina”, ma in realtà ha un’origine particolare. Vedete, l’acqua presente nelle profondità del suolo talvolta sale vicino alla superficie e, quando arriva l’inverno, si congela, formando un cumulo di ghiaccio coperto di terra. Questi monticelli crescono di un paio di centimetri l’anno, mano a mano che l’acqua risale: nel corso di decenni possono raggiungere altezze pari a 70 metri!»

«E poi cosa succede? Si sciolgono?» chiese Guido.

«Con il tempo, si riempiono di crepe e poi collassano. Però possono durare fino a mille anni!»

«Un paesaggio unico. Vedo che le piante crescono basse, vicine al terreno… Forse è per proteggersi dal freddo?» disse Ambra, osservando alcuni piccoli salici nei pressi di uno specchio d’acqua.

«So che vicino al suolo c’è uno strato di aria più caldo che… Aspetta, cos’era quello?» disse Giorgio, indicando un punto tra l’erba. I due ragazzi videro una specie di topino marrone che si affrettava tra gli steli.

«Quello è un lemming» disse la Tundra, «un roditore erbivoro. È piccolo, ma tenace! Pensate che non va in letargo: rimane attivo per tutto l’inverno, vivendo sotto la neve e nutrendosi di radici. Lo strato nevoso lo isola dal freddo dell’aria: laggiù può persino riprodursi!»

«E gli animali più grossi, come affrontano l’inverno? Non si nasconderanno mica sotto la neve anche loro!»

«Molti hanno folte pellicce, come il bue muschiato. Altri migrano in luoghi più caldi: lo fanno quasi tutti gli uccelli. Un’eccezione è la pernice bianca, che si isola dal freddo grazie alle lunghe piume che le coprono le zampe».

Mentre la Tundra parlava, il mondo iniziò ad apparire sfocato. «Tundra, dobbiamo salutarti» disse Guido. «Torneremo a trovarti!»

Non fecero in tempo a sentire la risposta: si ritrovarono improvvisamente al calduccio, al tavolo della biblioteca. 

«Uffa, è già finito» sospirò Ambra. «Mi stavo divertendo».

«Già, anch’io» disse Guido. «Però sai, non è davvero finita. Non intendo la magia di questo libro, ma tutto ciò che abbiamo visto esiste davvero, lì fuori nel mondo. Gli ambienti che abbiamo incontrato sono tutti bellissimi: voglio conoscerli dal vivo».

Ambra sorrise: «E io verrò con te».

Si presero per mano e uscirono, felici di conoscere un po’ meglio il loro incredibile pianeta. Era tutto da esplorare, e li stava aspettando.

 

 

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