IL PINO D’ALEPPO – UN ALBERO CHE AMA IL FUOCO




«Buondì, ragazzi!» salutò il Pino d’Aleppo. «Qual buon vento vi porta?»

«Lo stesso che scompiglia i tuoi rami, mio arruffato amico!» rispose scherzosamente la Foresta Mediterranea.

In effetti l’albero aveva una chioma disordinata. “Forse è davvero colpa della brezza che soffia dal mare”, pensò Guido. Anche il tronco era piuttosto contorto.

«I miei piccoli amici sono curiosi di conoscere la tua amicizia con il fuoco» continuò la Foresta.

«Sul serio le fiamme non ti spaventano, signor d’Aleppo?» chiese Ambra, incredula.

«Strano, vero?» disse l’albero. «D’altronde, non ho molta scelta. In luoghi secchi come questo gli incendi sono piuttosto frequenti: gli animali possono scappare, ma noi piante dobbiamo pur trovare il modo di sopravvivere. Alcune possiedono cortecce spesse che proteggono l’interno del tronco, dove ci sono le parti vive; altre contengono molta umidità per difendere il fusto dalla disidratazione e isolarlo dal calore. E poi ci sono piante come me, che addirittura sono avvantaggiate dal fuoco».

«E come funziona, di preciso?» domandò Guido, che come al solito voleva conoscere i particolari.

«Ho una strategia che permette alla mia specie di riprodursi in seguito agli incendi: gli alberi adulti bruciano, ma la vita continua grazie alle nuove piantine. Devi sapere che i miei semi si trovano all’interno dei coni…»

«Cioè quelle palline legnose che noi chiamiamo “pigne”?», chiese Guido. 

«Esatto», continuò il Pino. «Quando il fuoco divampa, il calore aiuta i coni chiusi ad aprirsi, così i semi si disperdono e, grazie alle alte temperature, sono spinti a germogliare. Le nuove piantine si risvegliano su un terreno reso fertile dalla cenere; inoltre trovano spazio in abbondanza, dato che il fuoco elimina tutte le piante più alte con cui competere per ottenere la luce del sole».

«Un ottimo modo per contrastare i pericoli di un’estate secca!» commentò Ambra.

«Basta che gli incendi non siano troppo frequenti» spiegò il Pino. «Per riuscire a produrre semi, le piantine devono pur sempre sopravvivere per il tempo sufficiente a maturare».

«Giusto» disse Guido. «E quindi i boschi di pino d’Aleppo sono formati da alberi che hanno tutti più o meno la stessa età, visto che durante gli incendi le piante più vecchie vengono sostituite da quelle nuove».

«Esatto! Acuta osservazione» si complimentò la Foresta Mediterranea.

«Bravo, Guido! Sempre sul pezzo» disse Ambra, scompigliando i capelli all’amico. «Io invece avrei un’altra curiosità per te, Pino».

«Spara».

«Sarà una domanda sciocca, ma… Cosa significa “Aleppo”?»

«Aleppo è il nome di una città della Siria conosciuta anche come Haleb: si tratta del luogo in cui la mia specie è stata descritta per la prima volta, nel 1768. Pensa un po’, è in quel momento che ho ottenuto il mio nome scientifico!» disse il Pino, orgoglioso. 

E mentre il paesaggio spariva davanti ai bambini, aggiunse una cosa importante. «Non esistono domande sciocche, cara. Informarti su qualcosa che non sai dimostra intelligenza e curiosità. Non abbiate mai paura di chiedere!».

 

prossimo episodio il 14 agosto –

 

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