Lo squalo della Groenlandia: una lunga vita custode di segreti




E se vi dicessero che esiste un animale capace di muoversi nelle profondità dell’oceano, lungo quanto uno scuolabus, dagli occhi che si illuminano, con carni tossiche se ingerite, e capace di vivere per più di 400 anni? A meno che non siate degli eschimesi mi chiedereste su quale fumetto l’ho scovato.

Invece è tutto reale, si tratta dello squalo della Groenlandia*, nuota nelle acque vicino alle coste dell’Islanda e della Groenlandia, nell’oceano Atlantico del Nord. 

Si aggira lentamente nelle fredde acque oceaniche, tant’è vero che è soprannominato “squalo sonnolento” vista la sua velocità media di appena tre chilometri all’ora (km/h): pochissimo se confrontato, ad esempio, con l’orca che si muove a 56 km/h, o con la balenottera comune che nuota a 47 km/h. Nonostante la sua lentezza riesce a catturare prede di tutto rispetto, come pesci, ma anche foche. Pensate che nello stomaco di alcuni esemplari di questo squalo sono stati ritrovati anche resti di renne finite probabilmente in acqua per sbaglio. 

Una delle sue caratteristiche più curiose è la luminescenza degli occhi, cioè occhi che “si illuminano”. Circa il 90 percento (quindi quasi tutti gli esemplari) degli squali della Groenlandia potrebbero avere questa caratteristica, e non per merito loro, ma grazie al parassita Ommatokoita elongata, che si arpiona all’occhio dello squalo rendendolo praticamente cieco.  Gli scienziati ipotizzano che quel piccolo animaletto appartenente alla famiglia dei crostacei potrebbe essere bioluminescente, così, attaccandosi all’occhio dello squalo… rende luminescente anche l’occhio! E proprio quella luce nel buio più totale delle profondità oceaniche potrebbe essere la fortuna del nostro squalo, perché aiuterebbe nell’attirare le prede.

L’Ommatokoita elongata (illustrazione di Luca Tessore)

 

Lo squalo della Groenlandia può nuotare tranquillamente fino a 2200 metri di profondità, dove la pressione è talmente alta che per rimanere in vita utilizza una sostanza in grado di proteggere la sua carne dal freddo e dalla pressione dell’abisso. La sostanza è chiamata dagli scienziati ossido di trimetilammina ed è quello che rende tossiche le sue carni. Le popolazioni locali che vivono di caccia e pesca da secoli, in quanto il loro territorio non può ospitare coltivazioni a causa delle rigide temperature, hanno escogitato diversi espedienti per non sprecare il cibo offerto dal mare. In Groenlandia e in Islanda, quando si cattura uno squalo sonnolento, si fa seccare la carne e successivamente la si sotterra per mesi in un terreno boreale lasciandola fermentare con continui cicli di gelo e disgelo così che perda la tossicità e diventi commestibile. 

Vivere tutto l’anno in acque gelide che vanno dai -1 gradi ai + 10 gradi al massimo ha i suoi vantaggi: tutto questo freddo fa sì che lo squalo della Groenlandia viva una vita all’insegna della lentezza, con un lento metabolismo. Si è osservato che può crescere di appena 1 centimetro all’anno. Ci sono alcuni esemplari che possono raggiungere i 7,3 metri di lunghezza e i 1000 chili di peso. Ma non sono le sue dimensioni a fare dello squalo della Groenlandia un animale eccezionale, bensì la sua capacità di attraversare i secoli. L’esemplare più longevo mai osservato aveva un’età stimata di ben 512 anni! Quando nacque Galileo Galilei, nel 1564, quell’esemplare era già nato ed è vissuto fino ai giorni nostri. È il vertebrato più longevo conosciuto fino ad ora.

Purtroppo, oggi è considerato dalla comunità scientifica come specie minacciata, per il momento vulnerabile. La minaccia arriva dalla pesca industrializzata e dalla distruzione degli habitat in cui vive. E’ quindi tra le specie da proteggere, e proteggerlo è un po’ come proteggere i nonni dell’oceano, custodi di segreti e leggende. 

 

*(Somniosus microcephalus Bloch e Schneider, 1801)