Bernardo Cesare è professore di Petrologia all’Universitá di Padova. Per lavoro studia le rocce, e per divertimento le fotografa, creando immagini artistiche. Conosciamolo insieme!
Prof. Cesare, quali rocce studia e perché?
Io mi occupo di rocce metamorfiche: rocce che nascono da altre già esistenti che, a causa dei movimenti della crosta terrestre, vengono portate a grandi profondità e alte temperature, perciò si trasformano. Il loro studio permette di capire i cambiamenti della crosta terrestre e le condizioni in cui si sono formate le montagne.
Studia qualcosa in particolare nelle rocce metamorfiche?
Negli anni mi sono specializzato nello studio dei “nanograniti”: inclusioni molto piccole di magma che si trovano all’interno dei cristalli e che si sono formate durante la fusione parziale (ovvero l’inizio dello scioglimento) delle rocce. Queste inclusioni sono 100 volte piú piccole di un millimetro e nessuno le aveva mai viste prima. Studiando le micro-inclusioni si può capire se una roccia si è fusa nel corso della storia della Terra e, soprattutto, si può conoscere la composizione chimica del magma al momento della sua formazione. Queste informazioni sono importanti per capire cosa è accaduto e cosa sta succedendo sotto i nostri piedi, e per ipotizzare possibili mutamenti futuri.
Coma ha iniziato a fare foto artistiche delle rocce?
Per studiare le rocce uso molto il microscopio. Le foto artistiche sono nate dall’abitudine di fare foto tecnicamente e scientificamente belle per la ricerca. Molti anni fa ho iniziato per mio diletto a scattare foto colorate e con un bel impatto visivo, e ho notato che venivano apprezzate anche dai non-geologi. Le immagine sono belle, ma hanno anche una storia geologica dietro, quindi si possono usare per avvicinare le persone alla geologia: partendo dalla foto si può raccontare di minerali, fossili e formazione delle rocce.
Qual è la cosa che più le piace del suo lavoro?
Mi piace molto la grande libertà di fare ricerca e di sperimentare diverse tecniche, anche molto sofisticate, per studiare le rocce e risolvere problemi.
L’agata fotografata dal Prof. Bernardo Cesare
CURIOSITÀ: ecco come si fotografano le rocce.
Usando una lama incastonata di piccoli e durissimi diamantini, le rocce vengono tagliate in fettine sottilissime (molto piú piccole di 1 millimetro!): in questo modo i minerali della roccia diventano trasparenti e fanno passare la luce. La fetta di roccia viene messa su un piattino rotante e viene illuminata da sotto da una luce speciale, detta “polarizzata”.
La luce passa attraverso i cristalli della roccia e viene propagata in modo diverso a seconda della struttura cristallina; ruotando il piattino la propagazione della luce cambia e i cristalli assumono colori diversi.
Le immagini delle foto non sono ritoccate al computer, ma si vedono già al microscopio proprio così!