Immagina di trovarti nell’Antica Roma. Sei seduto sulla gradinata di un teatro romano e sei circondato da spettatori impazienti e allegri.
Anche tu, come tutte le persone attorno, stai aspettando il segnale che indica l’inizio dello spettacolo… Ecco il suono di un doppio flauto, ecco anche il banditore che annuncia il titolo della rappresentazione teatrale. Scende il sipario: che lo spettacolo abbia inizio!
Commedie, canti, danze, riproduzioni di battaglie, gare di carri o mostre di animali esotici: gli spettacoli dell’Antica Roma erano grandiose occasioni di festa che univano gli abitanti della città in un’unica, memorabile visione condivisa. Ed è proprio dalla visione che deriva la parola spettacolo: il verbo latino spectāre significa infatti… guardare!
Guardare i costumi e le maschere degli attori, assistere a scontri epici e immedesimarsi nei personaggi, nelle loro storie… Uno spettacolo teatrale rende visibile l’immaginazione miscelando due ingredienti fondamentali: la creatività e la scenotecnica. Lo spazio teatrale, infatti, è costruito secondo precisi criteri meccanici che rendono possibile la realizzazione di qualsiasi rappresentazione, anche la più spettacolare! Il palcoscenico, ad esempio, nasconde botole attraverso le quali un attore può sparire o apparire come per magia, mentre le scene e i fondali si spostano grazie all’utilizzo di rulli, tamburi, piattaforme girevoli e corde invisibili all’occhio dello spettatore.
Uno spettacolo non nasconde sempre le tecniche e gli strumenti utilizzati, anzi! A volte è tale proprio perché le mostra apertamente: ti è mai capitato di assistere allo spettacolo di un funambolo? In questo caso la corda tesa è ben visibile all’occhio dello spettatore, che trattiene il respiro e incolla gli occhi alla mirabolante camminata dell’artista… Come quel mattino, nel lontano 1974: Philippe Petit, un funambolo francese, tese una fune d’acciaio tra le cime dei due grattacieli più alti di New York e, con la sua traversata in sospensione, offrì ai passanti uno spettacolo davvero inaspettato! Nel suo libro, Toccare le nuvole, Petit ripercorre nei dettagli il percorso che lo condusse ai cieli di New York. Un percorso costellato di allenamento e studio: dalla ricerca dei materiali agli esperimenti sulle oscillazioni, passando per l’analisi delle forze e dell’equilibrio.
Quando la sua impresa fece il giro del mondo, chiunque avrebbe voluto assistere a quella funambolica passeggiata! Compreso Robert Zemeckis, il famoso regista americano, che girò il film The Walk, uscito in Italia nel 2015. Zemeckis, però, osa di più: durante la visione del suo film gli spettatori diventano essi stessi funamboli, rivivendo in prima persona la tecnica, la vertigine e l’emozione di Petit. Com’è possibile? Grazie alla tecnologia offerta dagli effetti speciali! In The Walk Zemeckis utilizza le tecnologie 3D e IMAX per sospenderci nel vuoto e ricostruire nei dettagli uno spettacolo irripetibile.
Il regista di The Walk è davvero un grande appassionato della tecnologia cinematografica: il suo film A Christmas Carol (una rivisitazione del famosissimo Canto di Natale di Charles Dickens), ad esempio, è costruito con la performance capture, una tecnica di animazione computerizzata che elabora i tratti fisici di attori reali per costruire figure virtuali, veri e propri specchi fantastici del nostro occhio sul mondo!
D’altro canto, cos’è uno spettacolo se non uno specchio fantastico sospeso sul mondo? A sostenerlo ci pensano tecnica, tecnologia e scienza applicata: non esiste materiale più adatto per permetterci di oltrepassare la soglia del mondo reale.
Il numero 25 di PLaNCK!, in uscita il 1 febbraio, parlerà proprio di scienza e spettacolo! Al suo interno scoprirai quanto il mondo dell’intrattenimento, la tecnica e la scienza siano tra loro legati.
C’è tempo fino al 10 gennaio per sottoscrivere l’abbonamento!
Per questo pezzo abbiamo consultato le seguenti fonti:
Balzola,La scena tecnologica, Dino Audino Editore, Roma, 2011;
Gerosa,Cinema e tecnologia, Le Mani Editore, Recco – Genova, 2011;
Mello,Trattato di scenotecnica, DeA Planeta Libri, Milano, 2018;
P. Petit,Toccare le nuvole, TEA Edizioni, Milano, 2007.>