Avete mai sentito parlare di “paleobotanica” e “stratigrafia”? Vi raccontiamo in cosa consistono queste attività insieme a Guido Roghi, ricercatore nell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR di Padova.
In cosa consiste il tuo lavoro?
Nel corso degli anni mi sono specializzato in paleobotanica e stratigrafia: due aspetti della geologia che servono a dare un’età alle rocce ma anche, ad esempio, a capire come era il clima nel passato. Come paleobotanico osservo al microscopio il polline fossile e le piante che si trovano nelle rocce e, in base alle loro caratteristiche, riesco a capire l’età degli strati di roccia che li contengono. Per ogni epoca geologica, infatti, ci sono diversi tipi di piante e palinomorfi. Per le analisi stratigrafiche, invece, osservo le rocce al microscopio e ne analizzo la composizione: in base ai minerali che compongono la roccia riesco a capire l’ambiente di provenienza. Nello specifico le rocce che studio sono quelle del periodo Triassico, risalenti quindi da 250 a 200 milioni di anni fa.
Tu sei coinvolto in molti progetti. Qual è il tuo preferito?
Una ricerca entusiasmante che sto facendo è quella sull’ambra, una resina fossile. Nelle Dolomiti vicino a Cortina abbiamo scovato dell’ambra dell’epoca Triassica, all’interno della quale, in alcuni casi, si sono conservati insetti e acari di dimensioni minuscole. Grazie agli studi svolti sull’ambra abbiamo potuto stabilire che in quel periodo si è verificato un particolare evento climatico, chiamato “Episodio Pluviale Carnico”. A seguito di alcune importanti eruzioni vulcaniche, su tutta la terra c’è stato un aumento della temperatura e, a seguire, un periodo di grandi piogge che è durato circa un milione di anni. Quello che possiamo immaginare è che la Terra sia “andata in crisi”: molte specie animali e vegetali non sono riuscite a sopravvivere, determinando un’estinzione di massa.
Ecco delle goccioline di ambra triassica delle Dolomiti