Gli astrobiologi sono scienziati che cercano la vita al di fuori della Terra. Barbara De Toffoli è una di loro: geologa di formazione, oggi lavora come ricercatrice a Berlino presso l’agenzia spaziale tedesca, la DLR, dove studia la superficie di Marte per scovare ambienti adatti alla vita.
Barbara ha collaborato con noi alla scrittura dell’articolo Primo indizio: l’acqua! del numero 22 di PLaNCK!, dove parliamo di come si cerca la vita su Marte. Oggi ci facciamo raccontare qualcosa in più su di lei e sul suo lavoro.
Barbara, ci spieghi come mai i geologi studiano Marte?
Sui pianeti rocciosi del nostro sistema solare, come la Terra e Marte, i processi che modellano la superficie sono simili, come per esempio le eruzioni vulcaniche o i terremoti. Un geologo può quindi applicare ciò che sa della Terra ad un altro pianeta studiandone l’evoluzione, i cambiamenti e gli ambienti che lo caratterizzano.
In che modo contribuisci alla ricerca di vita su Marte?
Studio la superficie di Marte per scovare luoghi dove l’acqua è presente allo stato liquido, oppure lo è stata in passato; questo perché ipotizziamo che l’acqua liquida sia un elemento fondamentale per la vita su Marte, così come lo è sulla Terra!
E cos’hai scoperto?
Ho cominciato studiando le immagini della superficie di Marte ottenute dalle sonde in orbita attorno al pianeta. In particolare, ho cercato la presenza dei cosiddetti “vulcani di fango”: strutture che, anziché lava, eruttano gas, acqua e sedimenti.Ho imparato come riconoscerli su Marte e li studio per scoprire da dove arrivano i materiali che emettono. Queste strutture sono particolarmente interessanti perché ci permettono di “dare un’occhiata” a quello che c’è nel sottosuolo del pianeta dove, protetta dalle inospitali condizioni della superficie, potrebbe esserci la vita.
Adesso il mio nuovo progetto è quello di raccogliere tutto quello che sappiamo sulla presenza dell’acqua su Marte e metterlo in ordine, in modo da aiutare gli scienziati del futuro ad orientarsi meglio nelle loro esplorazioni.
Cosa ti ha spinto a fare la geologa?
Ho sempre amato le scienze, fin da piccolina. Il nostro sistema solare, e quindi la Terra e gli altri pianeti, esistono da miliardi di anni, mentre la civiltà umana solo da alcune migliaia. In tutto quel tempo in cui le persone ancora non abitavano il pianeta sono successe tantissime cose! Ho scelto di studiare geologia perché mi sono innamorata dell’idea romantica di poter esplorare questo misterioso e curioso passato. Fare nuove scoperte è come aggiungere una tesserina a un puzzle di cui non conosciamo l’immagine, è un lavoro impegnativo, ma ad ogni pezzo in più è come scartare un regalo di Natale!
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Mi piace scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo e non smettere mai di imparare. Tuttavia, anche se innamorata dell’idea di esplorare, sono molto pigra, quindi gironzolare per lo spazio stando davanti a un computer per me è perfetto!
Ecco un’immagine che rappresenta una morfologia di superficie marziana associata ai “vulcani di fango”