Sulle isole Galápagos sono state scoperte tre nuove specie di geco, una sorta di lucertola notturna molto abile nell’arrampicarsi. Questi animali non sono spuntati all’improvviso, ma soltanto recentemente sono stati distinti dalle altre specie, individuando i piccoli dettagli che li rendono unici. Questo grazie ad uno studio guidato dal dottor Alejandro Arteaga, durante il quale sono state analizzate le caratteristiche di dieci esemplari. Ecco i risultati!
Un nome per ciascuno
Ogni specie ha ricevuto un nome scientifico, cioè una coppia di parole in latino: Phyllodactylus maresi, Phyllodactylus. simpsoni e Phyllodactylus andysabini. La prima parola, Phyllodactylus, significa “dita a forma di foglia” ed indica un insieme di specie in cui rientrano tutti e tre i piccoli rettili. La seconda parola è invece diversa per ciascuna specie e prende spunto dai nomi di benefattori che hanno finanziato la ricerca: andysabini, per esempio, è in onore di Andy Sabin, appassionato di rettili e anfibi tanto da essere chiamato “Signor Salamandra”.
Differenze e somiglianze
Dalle analisi eseguite in laboratorio è emerso che le tre specie hanno un diverso DNA e si distinguono per la lunghezza dalla punta del naso alla coda, per il colore, la forma delle dita e la disposizione delle scaglie. Il loro comportamento è invece molto simile. Vivono di notte su suolo, rocce e tronchi, arrampicandosi per diversi metri grazie alle zampe coperte da minuscoli uncini. Di giorno, invece, si rifugiano sotto rocce, cortecce e persino in vecchi gusci di testuggine.
Sopravvivenza a rischio
Ad ogni specie è stato assegnato uno stato di conservazione, cioè una categoria che segnala quanto la specie è vicina al rischio di estinzione. Il geco di Mares (P. maresi) vive all’interno del Parco Nazionale delle Galápagos, dove è protetto dai pericoli: il suo stato è “di minor preoccupazione”. Il geco di Simpson (P. simpsoni) è invece considerato “quasi minacciato”: non corre rischi immediati, ma esistono per lui alcuni possibili pericoli, come i gatti domestici e altri gechi introdotti dall’uomo che gli sottraggono cibo e spazio. Il geco di Andy Sabin (P. andysabini), infine, rischia di estinguersi sia perché è preda del gatto e del ratto nero, portati dall’uomo, sia a causa delle possibili eruzioni nell’area vulcanica in cui vive.
Lo studio cui ci riferiamo in questo articolo si intitola: “Two new species of leaf-toed geckos (Phyllodactylus) from Isabela Island, Galápagos Archipelago, Ecuador”, di A. Arteaga et al., pubblicato nel volume “Reptiles of the Galápagos” (Tropical Herping, ottobre 2019).