Ecco la versione integrale dell’intervista a Belinda Van Heerwaarden, pubblicata in versione ridotta nel numero 29 di PLaNCK!.
Puoi leggere questa intervista anche in inglese al link: Interview with Belinda Van Heerwaarden – PLaNCK! 29.
——————————————————
Mosche, una foresta pluviale in Australia e il cambiamento climatico. Cosa c’entrano queste cose l’una con l’altra? Ce lo spiega Belinda Van Heerwaarden, biologa evoluzionistica dell’università di Melbourne!
Belinda, raccontaci un po’ di te e della tua ricerca!
Sono una scienziata e mi occupo di biologia evolutiva all’Università di Melbourne, in Australia. La biologia evolutiva è una scienza che studia l’origine delle piante e degli animali, come sono cambiati nel corso del tempo e come si sono diffusi sul nostro pianeta. Il mio è stato il tipico viaggio nella scienza: ho studiato all’università e, visto che sono sempre stata appassionata di animali, mi sono specializzata in conservazione, biologia ed ecologia. Durante il mio dottorato, il professore con cui lavoravo stava facendo delle ricerche su un animale molto particolare: delle mosche vivono nella foresta pluviale di Daintree nel Queensland, la regione a nord est dell’Australia. La domanda a cui stava cercando di dare risposta era molto specifica: possono questi animali, abituati a vivere nella foresta fluviale, adattarsi a vivere in altri ambienti, diffondendosi e imparando a sopportare diverse condizioni climatiche? Sorprendentemente… sembra di no! Queste mosche, così come molte altre delle specie che abitano nella foresta pluviale, non sono in grado di evolvere per diventare resistenti ad ambienti meno umidi di quello a cui sono abituati. Studiando questi argomenti, anche io ho iniziato a farmi delle domande: cosa succederà a queste specie quando il loro ambiente diventerà diverso per colpa del cambiamento climatico?
Cos’ha di particolare l’ambiente in una foresta pluviale?
Le foreste pluviali, che vengono anche chiamate foreste tropicali, sono calde, umide e il clima al loro interno cambia molto poco nel corso dell’anno. La temperatura non diventa mai troppo alta, né troppo fredda: d’estate piove molto, la temperatura è intorno ai 27 gradi e difficilmente supera i 32 gradi, mentre d’inverno non si scende quasi mai sotto i 15 gradi. Queste foreste sono verdissime e al loro interno ci sono moltissime risorse per vivere: per questo motivo, c’è una grande biodiversità e si possono trovare molte farfalle e altro insetti, ma anche mammiferi, rettili e coloratissimi uccelli.
E cosa sta succedendo con il cambiamento climatico?
Sappiamo che, in generale, per colpa del cambiamento climatico il nostro pianeta sta diventando un luogo più caldo. Sta succedendo anche nelle foreste tropicali: qualche anno fa, a Novembre, durante la primavera australiana, nella foresta del Queensland ci sono stati più di 40 gradi per tre giorni, una temperatura altissima! Ma non si tratta solo di questo: il clima sta diventando anche molto più variabile e succederà sempre più spesso di vivere periodi molto più freddi alternati ad altri molto più caldi.
E questo è un problema per le specie che vivono nella foresta tropicale…
Esatto! Tutte le specie dovranno adattarsi al nuovo clima, cioè dovranno imparare a sopravvivere in ambienti a volte più caldi, a volte più umidi, a volte più secchi e questi adattamenti dovranno entrare a far parte della loro genetica, cioè dovranno essere trasmessi dai genitori ai figli. Alcune specie riescono ad ambientarsi molto in fretta, ma per quelle che abitano nella foresta tropicale è molto più difficile: visto che il loro ambiente ha delle caratteristiche così specifiche ed è già abbastanza caldo, questi animali non sono in grado di sopportare grandi variazioni di temperatura. Quando fa troppo caldo, l’unica cosa che possono fare per non soffrire è spostarsi dove fa un po’ più fresco, ad esempio vicino ad un fiume o sotto una foglia. Nella foresta pluviale in genere ci si riesce perché ci sono molte piante e, nel Queensland, ci sono anche alcune montagne su cui gli animali possono rifugiarsi. Ma se la temperatura continuerà a crescere, questi rifugi non saranno abbastanza…
Se la temperatura nelle foreste diventasse troppo calda, una soluzione potrebbe essere spostarsi, andando a vivere in un ambiente completamente diverso. Queste specie potrebbero riuscirci?
Una delle strategie che le specie animali e vegetali hanno per rispondere al cambiamento climatico è proprio il movimento: visto che la temperatura si sta alzando ovunque sul pianeta, chi vive in ambienti caldi, spostandosi, può trovare nuovi luoghi in cui vivere, in ambienti che nel passato erano più freddi ma che ora stanno diventando simili a quelli di partenza. Questo però, purtroppo, non funziona molto bene per le specie che abitano nella foresta tropicale, per due motivi: l’ambiente in cui vivono è anche molto ricco di piogge, che purtroppo diventano difficili da trovare spostandosi in altri ambienti. Inoltre, se pensiamo alle specie che vivono nella foresta pluviale australiana, spostandosi troverebbero zone in cui la presenza umana è molto forte, dove c’è molta agricoltura e turismo. Insomma, troverebbero ambienti non adatti alla loro sopravvivenza.
Ma quindi, se queste specie fanno fatica ad adattarsi e non possono spostarsi in altri ambienti… come faranno a sopravvivere al cambiamento climatico?
Questo è un grossissimo problema: i nostri studi mostrano che le specie abituate a vivere nelle foreste pluviali non hanno strategie per sopravvivere ai cambiamenti che il loro habitat sta subendo e, proprio per questo, il loro numero sta diventando sempre più piccolo.
Come mai nel tuo lavoro studi proprio le mosche?
Quando ho iniziato a studiare biologia, volevo dedicarmi ad animali più carini, “coccolosi” e carismatici: i marsupiali che vivono in Australia! Ho lavorato un po’ con loro, ma poi mi sono appassionata all’ambiente della foresta tropicale e ho iniziato la mia ricerca su come le specie si adattano e sopravvivono. E ho scoperto che gli insetti sono importantissimi per l’ambiente e l’ecosistema: impollinano le piante, riciclano i nutrienti, sono cibo per gli altri animali… e le mosche, in particolare, sono perfette per i miei studi. Le posso allevare in grande numero in laboratorio, a volte anche cambiando le condizioni in cui vivono, così posso capire quali caratteristiche hanno in comune e quali invece capitano solo per caso. Inoltre, esistono tantissimi tipi di mosche, che vivono in ambienti diversi e che noi possiamo confrontare per a domande più generali. E con il tempo ho scoperto che anche le mosche sono carine: alcune sembrano piccole tigri, altre hanno dei piccoli pallini, come i leopardi!
Cos’hai scoperto di interessante studiando queste mosche?
Negli ultimi anni abbiamo scoperto che alcune delle mosche che vivono in ambienti diffusi vivono in simbiosi con un particolare tipo di batterio, chiamato “Spiroplasma”, che può aiutarle a sopportare il calore e la mancanza di acqua. Le mosche che vivono nelle foreste pluviali, invece, non hanno questo tipo di batterio: in laboratorio, stiamo provando ad iniettarlo all’interno del loro corpo, per capire se, in questo modo, possiamo aiutarle a sviluppare nuove capacità di adattamento. Grazie a questi esperimenti, possiamo capire come aiutare le diverse specie a sviluppare nuovi modi per adattarsi al cambiamento climatico.
Un’altra cosa molto interessante che abbiamo scoperto è che alcune delle caratteristiche genetiche che le mosche che vivono fuori dai tropici, in Australia hanno, si possono trovare anche nelle mosche che vivono in ambienti simili in Nord America, Africa e Europa. E le mosche della che vivono ai tropici in Australia assomigliano molto più alle mosche che vivono ai tropici oltreoceano di quanto assomigliano alle mosche di Melbourne!
Che strano! Come mai?
Molte di queste caratteristiche dipendono proprio dal fatto che questi animali si sono adattati a vivere in ambienti simili. Proprio per questo motivo, alcuni miei colleghi e colleghe hanno iniziato a raccogliere informazioni sulle capacità di adattamento delle specie in vari luoghi del mondo e stanno cercando di capire se ci sono delle proprietà generali. Ad esempio, è stato scoperto che in generale gli animali hanno migliore capacità di adattamento al freddo: basta pensare alle specie che vivono ai Poli! Invece, sembra essere molto più difficile sviluppare un adattamento al forte caldo e solo alcune formiche e alcune specie che vivono nel deserto sembrano esserci riuscite. Se capiremo perché questo succede, forse saremo in grado di aiutare le altre specie ad adattarsi meglio al riscaldamento globale.
Ci hai parlato molto di cambiamento climatico: secondo te cosa può fare ognuno di noi per aiutare il pianeta e le sue specie?
Dobbiamo cercare di ridurre il più possibile la nostra impronta di carbonio, cioè quanto inquiniamo: piccole cose come spegnere le luci, usare i mezzi pubblici invece della macchina, sono piccole cose ma possiamo comunque provarci. Anche scegliere di acquistare un auto elettrica, o di installare i pannelli solari può essere d’aiuto. La cosa più importante secondo me, però, è informare le persone, renderle coscienti del problema e fare in modo che tutti si preoccupino di come proteggere e aiutare il pianeta. In questo modo, potremo anche spingere i governi dei vari Paesi a fare di più, magari investendo nelle energie rinnovabili e formando e finanziando scienziate e scienziati, che potranno così trovare nuove idee e sviluppare nuove tecnologie per aiutarci a fermare il cambiamento climatico. Dobbiamo poi imparare a prenderci cura delle diverse specie, evitando di distruggere i loro habitat. Mantenere sane le foreste, così come tutti gli ecosistemi, permette alle specie di moltiplicarsi e di vivere in popolazioni numerose: questo è molto importante perché permette di avere una grande varietà genetica, cioè rende più probabile che nascano individui con caratteristiche nuove, più adatte a sopravvivere in ambienti diversi.
Prima di salutarci, vuoi dare un consiglio alle nostre lettrici e ai nostri lettori appassionati di scienza? Come si diventa scienziate o scienziati?
Impegnatevi a scuola, leggete tanto sugli argomenti che vi interessano, seguite le vostre passioni e i vostri interessi. Via via che crescete, cercate di essere sempre aperti a nuove opportunità: provate a fare volontariato in associazioni che si interessano di scienza, o cercate persone che lavorano nella scienza e che sono disponibili ad insegnarvi cose nuove. Di solito, chi lavora nella scienza ne è anche innamorato e adora condividere la sua passione, facendo divulgazione o raccontando curiosità ai più piccoli!